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La controversa questione del latte vaccino e il bambino-vitello

Pubblicato il giorno: 02 Gennaio 2017 Scritto da:
La controversa questione del latte vaccino e il bambino-vitello

Uno degli alimenti più discussi in materia alimentare è sicuramente il latte. Ci fa bene o ci fa male? Possiamo continuare a considerarlo un alimento sano e naturale, o dobbiamo iniziare a credere a chi dice che è la causa principale di malesseri come intolleranze, allergie, problemi gastrointestinali, cefalee etc. ...? Tralasciando le ragioni etiche e ambientali, che non sono argomento di questo articolo, cerchiamo di capire meglio la questione, partendo da una semplice considerazione, su cui nessuno avrà da obiettare: il latte è un alimento specie - specifico.

Questo significa che ogni specie ha il SUO latte. Biologicamente, l'atto di nutrire i cuccioli con il proprio latte è una prerogatica dei mammiferi, di cui come sappiamo fa parte anche l'uomo; c'è però da considerare che la composizione nutritiva del latte dei vari mammiferi è tutt'altro che la stessa. Anche in questo caso, non si potrà obiettare che la natura abbia predisposto molto sapientemente le cose: una mucca deve far crescere un vitello, che pochi giorni dopo la nascita starà già in piedi da solo, avendo sviluppato una struttura fisica molto diversa rispetto a quella prevista per un cucciolo di uomo. Non sorprenderà nessuno, dunque, che la quantità proteica nel latte della mucca sia molto più elevata, essendo le proteine i mattoni con cui si costruisce il corpo. Anche restando strettamente sul tema delle proteine, si trovano ulteriori differenze: il latte della mucca, infatti, è ricco di caseina, che è la proteina responsabile della coagulazione del latte, di cui il latte umano è molto meno ricco; per contro, il latte di una mamma-uomo, soprattutto nelle prime fasi (colostro e latte di transizione), è particolarmente ricco di IgA, immunoglobuline di tipo A, che servono a formare il sistema immunitario del piccolo. Sostituire il latte materno con del latte di mucca, quindi, signfica esporre il bambino al rischio di infezioni e di allergie!

Per tutto quanto abbiamo detto, possiamo dire che le componenti nutrizionali del latte sono diverse e soprattutto sono specifiche, in quanto devono coprire le necessità per cui l'alimento è stato predisposto; appare quindi contro ogni logica voler alimentare un cucciolo con il latte di un altro mammifero. Avete mai visto una mucca dar da mangiare al suo vitellino il latte di una capra, o di un'asina? Non c'è alcun dubbio che la scelta di allattare e nutrire il proprio cucciolo in modo naturale, sia il modo migliore per farne un adulto sano e felice. Parliamo anche di felicità, perchè non possiamo non menzionare anche gli indiscutibili e importantissimi benefici psico-emozionali legati al periodo dell'allattamento al seno, sia per quanto riguarda la madre che per il bambino. L'uomo non è fatto solo di molecole organiche ma anche di emozioni!

Ci sono degli studi molto interessanti che collegano i disturbi del comportamento alimentare (DCA) con un mancato o troppo breve periodo di allattamento al seno. Questo vi sorprende? Provate allora a pensare: il latte materno è il nostro primo nutrimento, simbolicamente esprime il nostro modo di saper accogliere con fiducia l'ambiente intorno a noi. Il latte è la madre, la prima figura da cui dipende la nostra sopravvivenza. Qualsiasi rapporto conflittuale con la figura materna si riflette così sul cibo: l'anoressia diventa espressione di un rifiuto, la bulimia un bisogno di fagocitare letteralmente qualcosa dentro di noi, con il successivo senso di colpa e rifiuto che si manifesterà nel vomito autoindotto. Anche l'obesità è una malattia ed è anch'essa legata al primo nutrimento che abbiamo ricevuto. E non è soltanto il bambino a necessitare di questo nutrimento fisico ed emotivo, perchè durante l'allattamento il corpo della madre produce ormoni importanti per la prevenzione di fibromi, tumori, e della depressione post-partum; in sostanza questo gesto crea un rapporto di amore e accettazione reciproco fra la madre e il suo bambino.

Cosa fare allora se alla mamma manca il latte, o non ne ha abbastanza? Innanzitutto, occorre precisare che questa condizione è più spesso legata a fattori emotivi e sociali, più che a indisposizioni fisiche vere e proprie. Un aiuto psicologico e una corretta informazione possono aiutare una donna sia prima che dopo il parto. Detto questo, fra i surrogati del latte materno che si trovano in commercio, è consigliabile ricorrere a quelli a base vegetale, per tutti i motivi di cui abbiamo discusso. Il parere di un esperto potrà comunque essere utile in una scelta tanto importante. Esaminando i profili nutritivi dei vari tipi di latte animale, quello di asina è il più vicino, sotto il profilo proteico, a quello della donna, ma non è facile reperirlo e comunque si tratta di un'opzione molto costosa. Ma la cosa veramente bella è che è possibile farsi un latte sostitutivo molto valido nella comodità di casa propria e con pochi ingredienti:

- 1 tazza di caffè di orzo mondo;

- 2 lt e 1/4 di acqua minerale;

- una manciata di mandorle tritate;

- una piccola quantità di sciroppo d'acero

Si prepara così: si fa bollire per 6 ore l'orzo mondo nell'acqua, fino a quando non diventa rosa, ottenendo così un latte d'orzo (fonte proteica). Si aggiungono le mandorle (fonte grassa) e lo sciroppo d'acero (fonte glucidica). Si può conservare in frigorifero e scaldare al momento nel biberon. Con questa ricetta si può nutrire un bambino fin dal primo giorno, si evitano carenze nutrizionali e si elimina del tutto il rischio delle coliche intestinali. Questa, che si chiama Formula Barley, è utile anche per gli adulti perchè si prende cura del loro intestino.

Un'ultima cosa su cui potete riflettere. La nostra società è molto cambiata rispetto ai tempi in cui era pratica comune per le donne ricorrere ad una balia per l'allattamento dei propri figli. Certo, allora le donne avevano molti più figli ed era comune che una madre non avesse il latte per ognuno di loro, ma era anche un fatto sociale, perchè le donne dovevano recuperare velocemente le loro forme dopo il parto. Ma se pensiamo a questo retaggio non possiamo non pensare che questa fosse una soluzione molto più sensata, da un punto di vista biologico. Una balia era una donna e quindi poteva dare al piccolo un latte adatto a lui. Quante donne penserebbero questo oggi? Nessuna. Le donne preferiscono ricorrere ad una mucca per il nutrimento del loro bambino. Naturalmente i tempi sono cambiati e non è più socialmente accettabile far nutrire il proprio figlio al seno di un'altra donna. Oggi sarebbe un pensiero aberrante! Per concludere, è difficile continuare a considerare il latte vaccino come un alimento idoneo per la crescita dei nostri figli. Questo è del tutto contro natura, eppure è una scelta che ancora molti difendono! Ciononostante, alle donne è data coscienza e possibilità di scelta. Informarsi non è più un limite, per cui l'ignoranza non può più rappresentare una scusa. Nutrire e nutrirsi con del latte di mucca anche per tutta la vita è una nostra libera decisione, ma non trova nessuna logica in natura, pertanto è destinata a portare nel tempo le sue conseguenze: disagi, malattie, morte prematura.

Come ha sapientemente scritto il dottor. Michele Riefoli: "l'atto di nutrirsi di sangue materno non fa del feto un vampiro, così come il fatto di essere mammiferi e succhiare latte dal seno della mamma non fa del bambino un vitello".

Non lo si potrebbe dire meglio!

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