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E se il cliente ti chiede un "happy ending"? Consigli per donne che lavorano nel settore del massaggio di benessere.

Pubblicato il giorno: 19 Maggio 2018 Scritto da:
E se il cliente ti chiede un "happy ending"? Consigli per donne che lavorano nel settore del massaggio di benessere.

Già da qualche tempo assistiamo ad una proliferazione di massa di operatori, centri e associazioni di promozione culturale, che si occupano di benessere e diffusione di uno stile di vita più sano e più naturale. Una cosa bellissima, di cui essere felici e di cui tutti dovremmo beneficiare. Però, in mezzo a quello che dovrebbe appunto essere un motivo di vanto, crescono anche attività che ben poco hanno a che vedere con i temi appena elencati. Si, esatto, hai capito bene: quello di cui ti sto parlando sono i messaggi pubblicitari che spopolano nelle pagine degli annunci di quasi tutti i quotidiani, che chiunque può leggere quando va al bar, tra un caffè e un cornetto.

Diciamocelo pure, in passato si guardava con occhi diversi a quelle pagine, e sicuramente erano differenti anche le persone che si soffermavano a leggere i vari AAA Cercasi..., adesso ci dobbiamo quantomeno concentrare un po’ di più, se fra la moltitudine di proposte di sedicenti massaggiatrici, vogliamo sperare di trovare qualcosa che possa almeno assomigliare ad un’offerta di lavoro, o alla vendita di un articolo di potenziale interesse. Tu apri un quotidiano alla pagina degli annunci, e cosa ci trovi? Rettangoli neri che racchiudono messaggi tutti molto simili, e che suonano all’incirca così: “Bellissima e sexy trentenne appena arriva da (di solito Russia, Bulgaria, etc. ...), formosa, morbida, alta, offre massaggi rilassanti lunghi e indimenticabili in ambiente caldo e riservato; disponibile a tutte le ore. Chiama il...”. E se sei fortunato, ti offre anche il posto auto! Non mi soffermo oltre, il sottomessaggio nel messaggio è, penso, fin troppo chiaro.

Quello che mi interessa rimarcare, sicuramente perché mi tocca personalmente, sono le ovvie conseguenze che questo genere di pubblicità hanno su chi, come me, opera nel settore del benessere, e del massaggio in particolare, e che magari ha anche il parcheggio davanti al suo studio, ma certamente non offre più di quello che dice, e che, per inciso, non è disponibile a tutte le ore. Diciamocelo, in quanto donne, scegliere il massaggio come professione, espone ad alcuni rischi, come quello di trovarsi in situazioni ben poco piacevoli, e che possono anche farci dubitare di aver preso una decisione molto saggia. Quante storie e parole, simili nei termini, ho sentito, confrontandomi con amiche e colleghe. Tutte le stesse: un uomo ti telefona, o bussa alla porta del tuo studio, e dà per scontato che tu sia esattamente come la donna dell’annuncio di cui sopra, e che la parola massaggio sul tuo biglietto da visita abbia lo stesso significato nascosto di quello sul giornale. Certo, se poi aggiungiamo alla minestra l’ingrediente di taluni "centri benessere" cinesi, che fra parentesi spopolano come parole chiave nelle ricerche sul web, il piatto è bello e pronto.

E allora che cosa fare? Rinunciare ad una professione che amiamo, e che nei suoi momenti più edificanti ci dona tantissime soddisfazioni?Certamente no. Ecco perché ho deciso di creare un piccolo vademecum per massaggiatrici del benessere, nato dalle mie esperienze e dal confronto con altre operatrici del settore. Ferma restando la possibilità di scegliere di non accettare clienti di sesso maschile, decisione per altro neanche così impopolare, ecco come comportarsi per evitarsi problemi e gestire al meglio situazioni potenzialmente ambigue.

Per prima cosa, evita di accettare appuntamenti presi tramite strumenti social, chat, o sms sul telefonino; e se ti contattano attraverso uno di questi, rispondi molto tranquillamente che per fissare appuntamenti è necessario telefonare (fornisci i tuoi giorni e orari di apertura per la chiamata). In questo modo, oltre a garantirti un’immagine di professionalità, avrai modo di farti un’idea di chi è la persona che ti richiede una seduta. Perché credimi, alcuni soggetti li riconosci anche dal modo in cui ti parlano. Oltretutto, potrai così comunicare i servizi che offri e il modo in cui si svolge una seduta, e avrai l’opportunità di porre al tuo potenziale cliente delle domande per capire che cosa sta cercando. Sii sempre educata e professionale, e soprattutto chiara. Cura anche la tua immagine, in modo che non possa dare messaggi contradditori. In secondo luogo, prima di ogni seduta, fai compilare e firmare un modulo per il consenso informato, dove ci sia scritto nero su bianco quello che offri. Questo, che andrebbe fatto con chiunque si presenti in studio, a volte è già un deterrente e aiuta a rimettere sui binari un cliente che avesse altre idee sul tuo lavoro. Poi, se in un qualsiasi momento del vostro rapporto professionale, all’inizio, durante o alla fine del trattamento, il tuo cliente iniziasse a fare allusioni sessuali più o meno velate, non temere di rimetterlo in riga, naturalmente sempre con educazione e professionalità, e se necessario non farti problemi ad interrompere la seduta. Se temi che interrompendo la seduta il cliente possa andarsene rifiutandosi di pagarti, e tu fossi, giustamente, convinta di dover essere remunerata per il tempo che gli hai dedicato, puoi valutare di richiedere il pagamento prima di iniziare il trattamento. In tutti i casi, evita sempre di lasciarti trascinare in discorsi e allusioni non pertinenti ai termini della seduta, e non assecondare alcun comportamento che reputi ambiguo.

Per concludere, se sei fra coloro che si sono sentite dire qualcosa del tipo: “se generi nei tuoi clienti un certo tipo di pensiero, è perché hai delle questioni irrisolte con la tua sessualità”, evita di prendere questa baggianata come una cosa seria, e soprattutto stai attenta a non farti generare dei sensi di colpa o sentimenti di inadeguatezza che nulla hanno di fondato. Tutto questo nella speranza che, prima o poi, avvenga un salto quantico di genere e che gli uomini capiscano che esistono vie più semplici e dirette per cercare un determinato tipo di svago, che non l’andare in giro a fingere che un massaggio sia ciò che cercano.

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