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Respirare il colore

Pubblicato il giorno: 26 Settembre 2016 Scritto da:
Respirare il colore

Come definiresti il “respiro”?

Ogni volta che noi respiriamo avviene uno scambio dinamico di energia vitale. Respirare non è nostro, appartiene al cosmo, alla vita, e significa accettare, condividere, donare, connettere; è il microcosmo che esce da se stesso per unirsi al macrocosmo, arricchendosi di esso. Il respiro è uno scambio vitale, energetico, di dare-avere, tensione-distensione, carica-scarica, e ci appartiene dall’istante stesso in cui veniamo alla luce, accompagnandoci fino alla morte, che è l’atto di prendere l’ ultimo respiro.

Nella morte non c’è respiro, non c’è movimento, in essa non è più possibile alcuno scambio di energia vitale. Respirare ci governa, è come un ponte fra il cuore e il cervello, fra emozione e intelletto, è come la voce di un saggio amico che ci guida dentro i sentieri dell’inconscio; con il suo ritmo, dentro il suo spazio e la sua forma, possiamo toccare il vissuto e l’intimità di un essere umano. È un dono meraviglioso! Ma il respiro è anche un potente strumento per conoscere se stessi, per rivolgere lo sguardo verso la nostra interiorità, ci è stato fatto il dono di farne un cosciente mezzo di trasporto, una felice via di comunicazione, al fine di portare dentro di noi ciò di cui abbiamo bisogno e liberarci dai fardelli che ci appesantiscono e ci limitano. Occorre però esercitarsi con grande disciplina e senso di responsabilità, come se volessimo imparare una nuova lingua, ed è qui che dobbiamo scegliere fra le numerose tecniche e possibilità quella che maggiormente risuona con noi. In questo contesto, si integra perfettamente l’esercizio di “Respirazione del colore”, come mezzo per aprire le porte della nostra essenza alla saggezza della luce, che illuminerà ciò di cui abbiamo bisogno, e veicolerà le giuste informazioni agli organi respiratori, i mitocondri di ogni nostra cellula. Respirare il colore vuol dire immaginarlo, sentirlo, provarlo sulla propria pelle, proprio come un vestito, è una forma attiva di meditazione, dove si opera una scelta istintiva oppure razionale del colore da integrare, e poi lo si accoglie; si lascia cioè che esso, nella sua saggezza, operi dentro di noi per il nostro supremo bene, che attraverso di noi modifichi l’ambiente di cui siamo essenzialmente uno specchio. Attraverso questa semplice pratica, integrata nella nostra quotidianità, possiamo sperimentare una dissoluzione dei blocchi che ci affliggono, delle emozioni cristallizzate che agiscono su di noi, inducendoci a recitare sempre la medesima parte, lo stesso copione. È davvero incredibile la quantità di cose che possiamo scoprire su noi stessi, il viaggio che possiamo iniziare semplicemente ponendoci in ascolto di quello che c’è, e lasciando che esso di manifesti e lavori per noi. Non ci dobbiamo limitare semplicemente a vedere il colore, noi vogliamo trovare il suo odore, la forma che ha, il messaggio che ci porta, e veicolare tutto ciò attraverso la porta della nostra inspirazione; ricordiamoci però che anche la nostra pelle respira, in modo che l’azione del colore abbia aperte altre vie di accesso al nostro nucleo essenziale.

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